Restauri in Veneto
MUSEO ARCHEOLOGICO
NAZIONALE
Via Giacomo Badini 59
Adria (RO)
Il museo Archeologico Nazionale è stato progettato nel 1961 dall'architetto Benati. Nel 1878 è stato condotto uno scavo dal quale sono emersi numerosi reperti che sono stati conservati nel museo. Gli oggetti raccolti risalgono ad epoche diverse: etrusca, greca, romana.
La visita al museo parte dalle ceramiche attiche per arrivare fino ai reperti della civiltà etrusca: ceramiche, utensili e statuette votive; ancora gioielli in ambra e oro di grande valore. Il periodo romano è testimoniato da ceramiche, vetri e vari oggetti ornamentali. Nel cortile interno, invece, si trovano le lastre tombali a disco. Il museo conserva alcuni reperti attribuibili all'età del bronzo. L'edificio che ospita il museo è collocato al centro di un grande giardino e consta di tre piani.
Da visitare perché
I reperti testimoniano la presenza di culture diverse che hanno comunque avuto una grande influenza sulla popolazione locale.
Il restauro
Sono stati realizzati percorsi e nuovi servizi al pubblico. Sono stati migliorati gli standard di sicurezza e si è prodotto l'abbattimento delle barriere architettoniche.
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La Cappella intitolata a Santa Maria dell'Annunciata, affrescata tra il 1303 e il 1305 da Giotto su incarico di Enrico degli Scrovegni, costituisce uno dei massimi capolavori dell'arte occidentale.
L'edificio, di cui si pensa Giotto sia stato anche l'architetto, era originariamente collegato al palazzo di famiglia, fatto erigere dopo il 1300 seguendo il tracciato ellittico dei resti della vicina arena romana. Alta e stretta, la cappella ha una semplice facciata in laterizi con portale rettangolare a lunetta, una trifora e coronamento ad archetti. Gli affreschi ricoprono interamente le pareti con 38 riquadri che rappresentano storie della Vergine e di Cristo, mentre nella controfacciata è dipinto il grandioso Giudizio Universale, con il quale si conclude la vicenda della salvazione umana. Dopo l'esperienza di Assisi, gli affreschi padovani rappresentano il punto più alto dell'arte dei Giotto. Superata del tutto la pittura bizantina, il pittore ambienta le storie sacre in ambienti reali e quotidiani, in cui umanità e sacralità si fondono; le anime di persone con un corpo e un'espressione, di animali e piante rappresentati di nuovo dall'osservazione della natura, aprendo così la strada all'arte rinascimentale.
Da visitare perché
Con gli affreschi della Cappella degli Scrovegni, la pittura riapre gli occhi sul mondo e riparte dall'osservazione dell'umanità e della natura, inaugurando una nuova fase dell'arte occidentale.
Il restauro
Da quando, nel 1880, la cappella è stata acquisita dalla città di Padova, gli affreschi sono stati continuamente oggetto di particolari attenzioni e di numerosi interventi conservativi. Dagli anni Settanta sono stati compiuti accurati studi e monitoraggi sullo stato dell'edificio, sulla qualità dell'aria, sui fattori inquinanti, sullo stato di conservazione delle pitture. Ma è negli anni Novanta che si è verificato un nuovo fenomeno di inquinamento riguardante soprattutto il colore che cadeva e si polverizzava. Dopo alcuni anni di studio, a maggio 2000 si è deciso di attivare il corpo tecnologico attrezzato (CTA), un polmone tecnologico a protezione degli affreschi. Dopo aver controllato per un anno il suo corretto funzionamento, l'Istituto Centrale per il Restauro ha eseguito gli interventi di restauro e conservazione, che hanno riguardato il recupero delle zone di massimo rischio e della disomogeneità cromatica delle pitture giottesche dovute ai precedenti restauri.
CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI
Piazza Eremitani 8
Padova
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PALAZZO DELLA RAGIONE
Piazza delle Erbe
Padova
Il Palazzo della Ragione, costruito a partire dal 1218, è uno dei più insigni monumenti dell'epoca dei Comuni ed è così chiamato perché originariamente vi avevano sede i tribunali.
Tra il 1306 e il 1308, Fra Giovanni degli Eremitani realizzò al piano superiore un'unica copertura, lunga quasi 82 metri, larga oltre 27, a forma di carena di nave rovesciata. La prima decorazione della più grande sala pensile del mondo fu realizzata da Giotto su indicazioni di Pietro d’Abano; andò distrutta nel corso dell’incendio nel 1420 e fu rifatta da Nicolò Miretto. Il ciclo di affreschi a contenuto astrologico, suddiviso in 333 riquadri, è uno dei più completi cicli medievali di questo tipo giunti fino a noi. Le pitture si riferiscono all'influenza dei pianeti sulle attività dell'uomo. La stretta relazione con la funzione del luogo che le ospitava spiega la presenza delle varie figure di animali, anche fantastici, che costituivano le insegne dei seggi del tribunale, cui si collegano anche le allegorie della Giustizia, del Diritto, del Comune in Signoria, gli affreschi con il Giudizio di Salomone e la scena di processo. In fondo al Salone si trova un gigantesco cavallo ligneo, fatto costruire nel 1466 da Annibale Capodilista per una giostra. Al piano terra troviamo decine di "botteghe", che danno vita a un pittoresco mercato coperto, a completamento degli antichi mercati ospitati nella Piazza delle Erbe e in quella della Frutta, sulle quali si affaccia l'edificio.
Da visitare perché
Nella più grande "sala pensile del mondo", possiamo ripercorrere tutto lo zodiaco in uno dei rari cicli astrologici giunto intatto dal Medioevo.
Il restauro
L'intervento di restauro ha riguardato gli affreschi. La Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo ha finanziato il restauro architettonico.
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Le Gallerie dell'Accademia ospitano la più ricca e importante raccolta di dipinti dell'arte veneziana tra '300 e '700, tra i quali capolavori di Giorgione, Tiziano, Carpaccio, Veronese, Tiepolo. Nato nel 1750 come accademia per la formazione degli artisti, sin dalla nascita il museo ha avuto un ruolo nelle attività di restauro e conservazione dei dipinti. Nel 1798 vi confluirono i dipinti provenienti dai conventi e dalle chiese del Veneto, chiusi dai Francesi, e nel 1817 le Gallerie furono aperte al pubblico, continuando ad arricchirsi grazie alle donazioni degli stessi maestri e di collezionisti privati. Il complesso della Carità, dove ha sede il museo, è formato dall'antica chiesa di Santa Maria della Carità, ristrutturata tra il 1441 e il 1452 da Bartolomeo Bon, dal Convento dei Canonici Lateranensi, rinnovato nel 1561 da Andrea Palladio, e dalla Scuola grande della Carità, importante associazione laica di beneficienza e mutua assistenza. Nel primo '800 furono attuati dall'architetto Giannatonio Selva importanti lavori di adeguamento, fra cui la partizione orizzontale della chiesa, con la suddivisione del piano inferiore in tre ambienti per la scuola e del piano superiore in due per l'esposizione; vennero inoltre murate le finestre gotiche e furono aperti i lucernari sul tetto.
Da visitare perché
E' la più ricca e completa collezione di pittura veneziana al mondo, con capolavori assoluti, quali "La tempesta" di Giorgione e i teleri con la "Storia di S. Orsola" di Carpaccio.
GALLERIE DELL'ACCADEMIA
Campo della Carità 1050
Venezia
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BIBLIOTECA MARCIANA
Piazzetta San Marco 7
Venezia
Nel 1468, grazie al mecenatismo del cardinale Bressarione, nasce la Biblioteca Marciana: una donazione di 750 codici, cui il prelato aggiunse altre 250 opere, che trovarono però la loro prima sistemazione solo nel 1537, quando si iniziò a costruire la Libreria
Fu Jacopo Sansovino a idearla e a darle uno stile rinascimentale che recepiva anche l'influsso veneziano, pittoresco e vivace. Mentre la collezione si arricchiva, nel 1811 la sede fu spostata nel Palazzo Ducale e nel 1904 nell'edificio della Zecca: nel 1924 si aggiunse infine una parte dell'edificio delle Procuratie Nuove. Arcate doriche e ioniche per la facciata della Libreria, impreziosita da putti e festoni di fiori e frutta. Entrando nel vestibolo, sul soffitto anche la mano di Tiziano con la tela "La Sapienza". Nella sala della Libreria, sulle pareti, un grandioso ciclo di affreschi sui filosofi: è qui che troviamo quattro filosofi dipinti dal Tintoretto, oltre alle opere di pittori della scuola di Verona. L'Aretino e Tiziano scelsero i 21 tondi del soffitto, di scuola manierista. Severo e rustico è l'aspetto della Zecca, dove venivano coniate a fuoco le monete dello stato veneziano: solo pietra e non legno, quindi, per la sua costruzione. L'edificio delle Procuratie Nuove, edificato tra il XVI e XVII secolo è dello Scamozzi, che adattò il progetto originario del Sansovino. Gli arredi più antichi restano i forzieri della Repubblica veneziana, posizionati nella Zecca, e un torchio settecentesco.
Da visitare perché
Contiene oltre un milione di volumi sulla cultura greca, la storia e l'editoria veneta e ospita tele di Tiziano e Tintoretto.
Il restauro
Attraverso i fondi del Lotto del triennio 1998/2000 è stato possibile recuperare dei dati bibliografici, effettuare la riproduzione e digitalizzazione del materiale oggetto dell'intervento. I fondi del triennio 2001/2003 hanno consentito le riprese fotografiche del materiale selezionato, nonché la digitalizzazione e catalogazione. Si è, inoltre, predisposto un sistema di archiviazione e consultazione informatizzato delle immagini.
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Villa Pisani è un maestoso complesso di vari edifici unificati dal grande parco, originariamente progettato da Gerolamo Frigimelica attorno al 1720, ma attuato da Francesco Maria Preti, che adottò uno stile più essenziale di quello originario. La facciata principale, di fronte al Brenta, è elegantemente decorata e attraversata da un lungo balcone. Nell’ampio edificio rettangolare, le stanze del primo piano, tutte decorate, sono disposte intorno alla sala da ballo, fulcro del palazzo. L'ampio soffitto fu decorato da Tiepolo che vi raffigurò la "Gloria della famiglia Pisani". L'opera, eseguita tra il 1760 e il 1762, è l’ultimo lavoro realizzato dall'artista in Italia. Più sobria appare invece la facciata rivolta verso il giardino, sulla quale si ammira la statua di Almorò Pisani, committente della villa, in abito da "Capitan da Mar". Il giardino si estende in una golena del Brenta, su circa dieci ettari, ed è delineato da un muro di cinta con portali e finestre. Nel 1728, quando il giardino viene progettato da Frigimelica, si presenta come un bell’esempio di giardino all’italiana, che conserva un carattere regionale. Durante il periodo della dominazione francese (1807-1814) vengono apportate sostanziali modifiche, ma è sotto quella austriaca (1814-1866), che il giardino raggiunse il periodo del suo massimo splendore, grazie all’interessamento dell’imperatore Francesco I.
Da visitare perché
Per immaginare la vita settecentesca "in villa", attraverso 168 stanze e un salone da ballo.
Il restauro
Con i fondi Lotto del triennio 2001-2003 sono stati restaurati il corpo principale della villa, parte delle facciate, i cortili, alcune stanze nobili, dove sono presenti superfici decorate, i tetti e il parco.
VILLA PISANI
Via Doge Pisani 7
Stra (VE)
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AREA ARCHEOLOGICA
SOTTOSTANTE IL DUOMO
Piazza Duomo
Vicenza
Il duomo di Vicenza, imponente cattedrale gotica, fu eretto sopra chiese e insediamenti precedenti. La zona della cripta, attualmente chiusa al pubblico, ha mostrato resti di edifici romani. Secondo gli studi condotti, si può supporre che il duomo sorse sopra un quartiere insediativo romano caratterizzato da un'edilizia privata di un certo decoro. Sono stati ritrovati i resti di una strada lastricata a tre metri di profondità dal pavimento attuale. Tutte queste costruzioni furono poi rase al suolo per l'edificazione di un'imponente basilica a tre navate riferibile al V secolo. Fu probabilmente questa basilica a rimanere in attività per tutta l'epoca carolingia e longobarda.
Una basilica successiva, di cui restano una fila di doppi pilastri sotto l'attuale pavimentazione, è databile all'VIII secolo. Infine rimangono i resti di un ulteriore complesso architettonico che dovrebbe risalire al XIII secolo.
Da visitare perché
Il duomo, oltre ad essere una costruzione gotica di notevole interesse, racchiude i resti di una serie di edifici di epoche precedenti.