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Restauri in Valle d'Aosta

BORGO SANT'ORSO
AOSTA




La città di Aosta, nel medioevo, era chiamata Augusta ed era considerata il centro di un microcosmo politico e culturale a cavallo delle Alpi che vide l'affermarsi soprattutto dell'autorità religiosa, espressa da due importanti monumenti: la Cattedrale e la Collegiata dei SS. Pietro e Orso. Intorno alla città, c’era una divisione in quartieri con organi giuridici separati e spesso in lotta tra loro. Ad est c'era la porta di entrata del Borgo S. Orso che, al pari degli altri quartieri aveva un proprio ospedale e un proprio mercato. I Savoia, a metà del Trecento, eliminarono la divisione dei quartieri, consolidando la differenza tra città e borgo, ognuno con i proprio organi amministrativi  che rimasero in vigore fino al 1839. Nel Borgo S. Orso è possibile ammirare: il complesso monumentale di S. Orso, composto dalla Collegiata, in origine dedicata a S. Pietro e poi cointitolata al patrono di Aosta S. Orso, con uno splendido ciclo di affreschi di artisti dell'XI secolo legati a modelli ottoniani, mosaici, vetrate del XV secolo e il tesoro composto da oggetti sacri. Da vedere anche il chiostro a pianta rettangolare con al centro il pozzo; il priorato, costruito da Giorgio di Challant, che lo scelse come sua dimora nel 1486. Infine, va ricordata la chiesa di San Lorenzo, situata di fronte al complesso di S. Orso, parrocchiale del borgo dal XI al XVIII secolo.

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Da visitare perché
E' un grande borgo in una piccola città, con al suo interno uno dei più importanti luoghi di culto di tutto l'arco alpino.

Il restauro
Il restauro al Borgo S. Orso si è articolato in due diversi interventi. Uno ha interessato il campanile, per il quale si è proceduto al consolidamento statico, alla messa in opera del parafulmine e alla pulizia delle quattro facciate. Il secondo intervento ha avuto per oggetto il chiostro e ha visto la pulizia con sistema laser della facciata in cotto e della decorazione in finto bugnato del priorato.

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L'origine della cattedrale di Aosta risale alle fasi iniziali della diffusione del cristianesimo in Valle d'Aosta: gli scavi archeologici hanno rivelato che già verso la fine del IV secolo esisteva sul posto una Domus Ecclesiae di notevoli dimensioni.
La chiesa venne completamente rifatta nel corso del secolo XI, probabilmente per volere di Anselmo, vescovo di Aosta tra il 994 e il 1025. Il complesso architettonico, eretto in stile romanico di gusto nordico, era costituito da due edifici: una chiesa parrocchiale a navata unica, e la cattedrale, dedicata alla Vergine, con tre navate che terminavano nelle absidi semicircolari, tuttora visibili.  Nei tre secoli successivi la cattedrale vide trasformazioni e abbellimenti: alla fine del XII secolo risalgono le vetrate (delle quali sono rimasti frammenti conservati nel Museo del Tesoro); al XII e XIII secolo vanno datati i mosaici del coro. Ai vescovi che ressero la diocesi di Aosta tra il 1400 e il 1500 si devono le radicali trasformazioni della cattedrale, che la portarono ad assumere un aspetto assai vicino a quello che ora vediamo. L'intervento più importante fu, tra il 1846 ed il 1848, la costruzione della nuova facciata neoclassica da parte dell'architetto Gayo. All'interno si possono ammirare splendidi mosaici e affreschi del periodo romanico, oltre al Museo del Tesoro, dedicato al cosiddetto "gotico delle Alpi".

Da visitare perché
Le mura della cattedrale di S. Maria Assunta raccontano sedici secoli di storia del cristianesimo in Valle d'Aosta.

CATTEDRALE
DI SANTA MARIA ASSUNTA
Piazza Giovanni XXIII 1
Aosta

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STRADA ROMANA
DONNAS
Aosta




La strada consolare delle Gallie, costruita negli anni successivi alla conquista romana della regione e all’edificazione di Augusta Praetoria, attraversava l’intera Valle d’Aosta. Ad Aosta si biforcava per raggiungere l’Alpis Graia (oggi Piccolo San Bernardo) e il Summus Poenino (oggi Gran San Bernardo). La strada, di larghezza regolare di circa 4 metri, procedeva per segmenti rettilinei per la difficoltà di curvare dei carri dell’epoca. Il tracciato si sviluppava sulla riva sinistra della Dora, più soleggiata e quindi maggiormente sgombra dalla neve. Allo sbocco delle valli laterali, una serie di ponti permetteva di superare gli impetuosi torrenti che scendono dalle montagne. Alcuni sono tuttora transitabili, mentre di altri rimangono resti significativi. Il più impressionante è sicuramente quello di Pont Saint-Martin che supera il torrente Lys a 23 metri di altezza: con la sua arcata unica di 36 metri è il più lungo ponte romano ancora integro. Numerosi tratti della strada romana, rimasta in uso ancora nel medioevo, sono visibili in vari punti della regione, in particolare dove la valle si faceva più stretta e impervia. Spettacolare è il tratto di strada tra Donnas e Bard dove, per superare un tratto roccioso a fianco della Dora, i Romani hanno ricavato la sede stradale scalpellando un imponente tratto di roccia. Un arco col profilo originale della parete venne lasciato a testimonianza dell’opera ciclopica che furono capaci di realizzare.

Da visitare perché
A restauro ultimato, potremo di nuovo passeggiare sulla prima opera pubblica romana in Valle d'Aosta.