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Restauri in Piemonte

CASTELLO REALE
Via Francesco Morosini 3
Racconigi (CN)





Le testimonianze dell’esistenza del castello risalgono al 1004: Bernardino dei Marchesi di Susa costruì, sulle rovine di un precedente castello, una fortezza fornita di torri. Nel 1064, la marchesa Adelaide nomina il castello in una donazione rivolta al monastero di S. Maria di Susa. Successivamente, per eredità, la fortezza passò al marchese Bonifacio del Vasto e a suo figlio Manfredo, il quale diede inizio al lungo dominio dei Saluzzo. Con il crollo del Marchesato di Saluzzo, alla metà del 1500, e con l’annessione alla Francia, Racconigi fu occupata da Carlo Emanuele I di Savoia. Nei primi anni del ‘600, il castello fu trasformato da fortezza a dimora. Verso la metà del secolo, ulteriori abbellimenti vennero eseguiti da Guarino Guarini e nel 1831, con l'ascesa al trono del ramo cadetto e l'inizio del regno di Carlo Alberto, il castello di Racconigi entrò a far parte del Regio Demanio e l'attenzione dedicata dal sovrano al castello contribuì a darne un'immagine che è quella ancora oggi preminente.
Nel 1904, con Umberto II l’ultimo re d’Italia, il complesso del castello e del parco di Racconigi fu abitato dai Savoia sino al 1946 e solo nel 1980 fu acquisito dallo Stato. Il complesso contiene un'interessantissima collezione di ritratti legati alla genealogia sabauda e una serie di vedute delle diverse residenze extraurbane.
Nel 1999 il castello fu inserito dall'Unesco tra i luoghi che sono patrimonio dell'umanità.

Da visitare perché
Per conoscere mille anni di storia del Piemonte e vedere da vicino i maggiori personaggi della dinastia Savoia nella galleria dei ritratti.

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E' il 1679 quando inizia la costruzione di Palazzo Carignano, voluta dal Principe Filiberto Emanuele di Savoia Carignano e commissionata a Guarino Guarini. La struttura si snoda in due ali laterali all'interno delle quali c'è un cortile, ma la particolarità del Palazzo è la facciata, che con le sue linee barocche concave e convesse crea un effetto unico di movimento che distingue l'edificio dagli altri palazzi torinesi dell'epoca caratterizzati da una ferma linearità. Un altro elemento unico e originale, oltre che esotico, è il fregio, posto sulle finestre del primo piano nobile, raffigurante una testa di indiano d'America, a memoria della vittoria riportata da un reggimento dei Carignano che combatteva con i Francesi contro gli indiani Irochesi, durante la colonizzazione del Canada, nel 1667. Sontuosi stucchi, intagli e affreschi arricchiscono gli interni composti da numerose sale e stanze, abitate fino al 1799 dalla famiglia Savoia Carignano. Naturalmente il palazzo si lega strettamente alla storia risorgimentale e dei Savoia: qui nacque, nel 1798, Carlo Alberto che nello stesso palazzo legge, in qualità di principe reggente, il proclama che annuncia la concessione della Costituzione di Spagna. Nel corso degli anni il palazzo si è arricchito e ampliato, diventando una delle più belle, originali e sontuose residenze sabaude, recentemente dichiarate Patrimonio Mondiale dell'Unesco. Attualmente ospita il Museo Nazionale del Risorgimento.

Da visitare perché
E' un palazzo non solo bello e architettonicamente originale, ma anche e soprattutto ricco di storia; qui infatti si può visitare l'aula del primo Parlamento italiano.

Il restauro
Il restauro è volto al riordino delle sale secondo un concetto moderno di riorganizzazione museale, per cui il lavoro, molto complesso, riguarda opere impiantistiche e restauro di materiali.

PALAZZO CARIGNANO
Via Accademia delle Scienze 5
Torino

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GALLERIA SABAUDA
Via Accademia delle Scienze 5
Torino






La Galleria Sabauda nacque per volontà di Carlo Alberto che, animato da spirito illuministico, volle fare sua la sperimentazione parigina del Musée Centrale des Arts, esempio di museo pubblico.
Dal 1860 la Galleria è ospitata nel grande complesso del Palazzo dell'Accademia delle Scienze, l'imponente edificio che si affaccia sulla via omonima, e il cui lato dà sulla famosa piazza Carignano.
Iniziato su progetto di Guarino Guarini nel 1679, e completato nel 1687 da Michelangelo Garove, il palazzo ospita oltre all'Accademia delle Scienze e alla Galleria Sabauda, anche il Museo Egizio. La Galleria Sabauda è costituita, come corpo centrale e iniziale, dalle cosiddette "collezioni dinastiche", donate da Carlo Alberto. Per festeggiare il genetliaco di Carlo Alberto, il 2 ottobre 1832, furono esposti a Palazzo Madama i primi 364 dipinti, provenienti dal nucleo delle opere restituite da Napoleone. La raccolta, arricchita sotto la direzione, tra gli altri, di Massimo D'Azeglio, fu trasferita nell'attuale sede con la nascita dello Stato Italiano e l'insediamento del Senato Subalpino.

Da visitare perché
Attraverso le quattro collezioni raccolte nel museo è possibile ripercorrere la storia dell'arte dal '500 al secolo scorso.

Il restauro
E’ stato effettuato il restauro architettonico per l'adeguamento funzionale dell'edificio, progetti di impiantistica per la messa a norma del palazzo, realizzazione opere murarie e impiantistiche al piano terreno.

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Il Palazzo è' ubicato a sinistra del Palazzo Reale, in Piazza S. Giovanni. Fu costruito su preesistenze medievali nel secolo XVII e fu dimora, dal 1642, del Cardinale Benedetto Maurizio di Savoia, duca di Chiablese, dal cui titolo prese il nome.
L'edificio, a tre piani, attualmente ospita gli Uffici della Soprintendenza, per i Beni Ambientali e Architettonici e quelli della Soprintendenza Archeologica. E' inoltre presente l'Istituto Italo-Africano.
Il palazzo in parte è adibito ad alloggi assegnati a dipendenti di varie amministrazioni dello Stato.

Da visitare perché
E' uno dei numerosi palazzi che hanno ospitato la vita di corte dei Savoia.

Il restauro
Tra gli interventi in corso d'opera figurano la rifunzionalizzazione dell'accesso secondario di Via XX Settembre, un tempo murato, ed il recupero del secondo piano del palazzo, destinato ad ospitare gli ambienti aulici. I lavori di restauro procedono a lotti di intervento, per evitare paralisi istituzionali dovute al fatto che l'edificio ospita sedi operative di uffici. Oltre che interessare il recupero architettonico della struttura, il restauro attiene l'adattamento ergonomico dei vari uffici alle rispettive attività di competenza.

PALAZZO CHIABLESE
Piazza San Giovanni 2
Torino

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MUSEO EGIZIO
Via Accademia delle Scienze 6
Torino






Il museo è una delle più importanti collezioni egizie al mondo e la più ricca in Europa. Documenta la civiltà dell'antico Egitto dal paleolitico all'età copta. La storia delle collezioni inizia nel '600 quando i Savoia acquisiscono dai Gonzaga di Mantova la "Mensa Isiaca", tavola di bronzo ageminato con raffigurazioni di cerimonie religiose in onore della dea Iside. La sua scoperta a Roma, nel 1527, sollecita gli studi sulla civiltà egizia. Alla metà del '700, Carlo Emanuele III di Savoia invia il naturalista padovano Vitaliano Donati in missione scientifica in Egitto e dalla spedizione nella Valle del Nilo pervengono a Torino la statua della dea Iside, scoperta a Coptos, e le statue del faraone Ramesse II e della dea Sekhmet, riportate alla luce nel tempio della dea Mut a Karnak (Tebe). Il museo nasce ufficialmente nel 1824 con l'acquisizione della raccolta del console di Francia in Egitto, il piemontese Bernardino Drovetti. Successivamente viene arricchito dai reperti rinvenuti durante le campagne di scavo che Ernesto Schiaparelli condusse dal 1903 al 1920.

Da visitare perché
Attraverso i suoi circa 30.000 reperti fa rivivere la civiltà dell'antico Egitto nel cuore di Torino.

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Edificato intorno all'XI secolo, il Castello di Masino fu la residenza dei conti di Valperga per circa dieci secoli: originariamente era circondato da mura e torri in quanto svolgeva funzione di fortezza. In seguito, tra il XVII e XVIII secolo, fu trasformato in dimora di rappresentanza. Gli interni sono caratterizzati da saloni riccamente decorati e arredati e testimoniano le vicende di una famiglia che fu protagonista della storia piemontese e italiana. Nel torrione rotondo si può ammirare l'affascinante salone da ballo, uno degli ambienti più suggestivi del castello per la luminosità e per gli ampi paesaggi arcadici affrescati intorno al 1730. Il castello è immerso in un meraviglioso parco, che fonde elementi dei giardini rinascimentali con suggestioni dei giardini alla francese. Il parco ha subìto, durante i secoli, diversi cambiamenti; l'attuale configurazione deriva da una sistemazione risalente alla metà dell'Ottocento.

Da visitare perché
Il castello domina dall'alto il suggestivo paesaggio del Canavese.

Il restauro
Attraverso i fondi del Gioco del Lotto è stato possibile realizzare diversi interventi, tra cui il recupero delle superfici intonacate dei fronti sud e ovest, in particolare della piazzetta interna al Terrazzo degli Oleandri; inoltre è stato effettuato il recupero dei locali della "Torrazza".

CASTELLO DI MASINO
Via al Castello 1
Caravino (TO)

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FORTE DI FENESTRELLE
Via del Forte
Fenestrelle (TO)






Il Forte di Fenestrelle, collocato sulla sponda destra del torrente Chisone, fu costruito dai Francesi per volontà di Luigi XIV. Nel 1708 fu conquistato dai Savoia e fu Amedeo II a predisporre l'edificazione di nuove fortificazioni. Il nuovo complesso, realizzato secondo le istruzioni dell'ingegnere Bertola, comprende tre forti (San Carlo, Tre Denti, Valli), tre ridotte e due batterie. Tutti questi corpi di fabbrica sono collegati tra loro da una scala coperta di 4000 gradini. Vittorio Amedeo II vide realizzata solo una piccola parte dei lavori, in quanto l'opera fu conclusa molti anni dopo (1739). La fortezza non vide mai nessuna battaglia poiché svolse prevalentemente una funzione deterrente. Fu conquistata dalle truppe napoleoniche nel 1798 e fu trasformata in un carcere. Venne poi restituita ai Savoia e dopo il 1837 fu parzialmente demolita.

Da visitare perché
Le varie costruzioni che lo compongono sono unite da una scala coperta di 4000 gradini, unica nel suo genere.

Il restauro
I lavori hanno permesso il restauro della Porta Reale, un fabbricato a tre piani. Sono state ripristinate le coperture, i solai, gli intonaci e gli infissi. Il tutto seguendo le tipologie tradizionali e ancora esistenti, con l'obbiettivo finale di riattivare l'accessibilità a lato valle.

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La costruzione della palazzina di caccia di Stupinigi fu iniziata nel 1729, verso la fine del regno di Vittorio Amedeo II, su progetto e con la supervisione di Filippo Juvarra, per proseguire durante il regno dei suoi successori Carlo Emanuele III e Vittorio Amedeo III.
L'edificio, nella sua disposizione architettonica a diversi "bracci di fabbricato" collegati da gallerie, è diviso in vari appartamenti di cui si sono conservate le denominazioni storiche.
Grandi artisti di varie epoche e di vario genere, ma anche decoratori, stipettai, artigiani del Piemonte e fuori Piemonte, contribuirono al suo completamento e arredamento, oltre il progetto juvarriano.
L'edificio, costituito da 137 camere e 17 gallerie, occupa una superficie di oltre 30 ettari e il parco una superficie di 15. Fu la dimora prediletta dei Savoia per feste e matrimoni. Si ricordano gli sponsali tra Maria Teresa, principessa di Savoia, e Filippo conte d'Artois, principe reale di Francia, futuro Carlo X, celebrati nel 1773.Nel 1842 si celebrarono le nozze di Vittorio Emanuele II con Maria Adelaide d'Asburgo Lorena Austria. Nel 1867 vi si ospita infine il matrimonio di Amedeo di Savoia duca d'Aosta con Maria Vittoria Dal Pozzo della Cisterna.
La palazzina di Stupinigi, sin dal 1919 è sede del Museo dell'Arredamento, che espone arredi originali della palazzina stessa e arredi di altre residenze reali quali i castelli di Venaria, di Moncalieri e di Rivoli.

Da visitare perchè
Tra le pareti del palazzo si respira l'aria ottocentesca, grazie ai favolosi arredi d'epoca. Da non dimenticare l'immenso parco, una gioia per gli occhi e lo spirito.

Il restauro
Gli interventi di restauro riguardano tutti gli ambienti degli appartamenti sabaudi, a partire da quello del Duca di Chiablese, detto "appartamento di Levante", e di tutti gli arredi, per giungere a un restauro conservativo dell'intera struttura. La palazzina già restaurata e la sua parte in corso di restauro offrono al visitatore che si accosta all’opera di Juvarra diverse prospettive dell’originaria struttura.

PALAZZINA DI CACCIA
DI STUPINIGI
Piazza Principe Amedeo 7
Nichelino (TO)

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REGGIA DI VENARIA REALE
Piazza della Repubblica 4
Venaria Reale (TO)






Venaria Reale deve la sua origine e il suo nome alle grandi battute di caccia organizzate sin dal 1632 nel territorio di Altessano Superiore dai duchi di Savoia.
Nel 1658 Carlo Emanuele II avviò il grandioso progetto di una nuova residenza ducale dedicata alla pratica venatoria, affidandolo ad Amedeo di Castellamonte. L'anno successivo iniziò il progetto del borgo seicentesco, attraversato dalla Via Maestra e caratterizzato dalla piazza dell'Annunziata, con le esedre degli edifici a portici e le colonne sormontate dalle statue della Vergine e dell'arcangelo Gabriele.
La magnificenza della nuova reggia sabauda ispirò Luigi XIV per la costruzione di Versailles. Il castello, dato alle fiamme nel 1693 dal generale francese Nicolas Catinat, fu ricostruito a partire dal 1700 su progetti del Garove e successivamente, dopo l'incendio del 1706, di Filippo Juvarra, geniale artefice della stupenda Galleria di Diana e della Cappella di Sant'Uberto. Il parco racchiudeva eleganti padiglioni, laghetti e fontane, che non sono sopravvissuti al trascorrere dei secoli.
Dimenticata dai Savoia, trasformata in caserma tanto da ristrutturare la Galleria di Diana in scuderie per l'esercito sabaudo e oggetto di vandalismo dalla popolazione di Venaria e dagli eserciti che invasero l'Italia fino alla seconda guerra mondiale, dal 1991 è oggetto di un enorme progetto di restauro.

Da visitare perché
La grandezza e lo splendore della reggia di Venaria Reale ispirarono la costruzione di quella di Versailles.