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Restauri in Abruzzo

CASTELLO ARAGONESE
Largo Castello
Ortona (CH)

Il castello fu fatto costruire da Alfonso d’Aragona alla metà del XV secolo per proteggere il porto sottostante e l’intera città. Della sua struttura originaria restano poco più della metà delle mura perimetrali e le due torri che guardano verso la città. Le due torri orientali, invece, sono crollate nel 1947 a seguito di un'enorme frana che aveva interessato il promontorio su cui era stato costruito il castello. Le rovine sono in condizioni irrecuperabili, principalmente a causa del terreno franoso che ha fatto scomparire la cortina settentrionale e parte del torrione nord-ovest. È possibile, però, osservare ancora alcune caratteristiche del castello: una pianta trapezoidale, non esattamente regolare, comunque quadrilatera, con quattro torrioni rotondi altamente scarpati agli angoli, secondo lo schema aragonese diffuso in tutto il mezzogiorno. Il lato occidentale è bombato, mentre il lato orientale è affacciato sul porto; le cortine e le torri sono della stessa altezza; un redondone divide la parte superiore da quella inferiore. La muraglia è varia perché costituita da diverse pietre squadrate male, ciottoli e mattoni.

Da visitare perché
Potrete visitare i resti di un castello che conserva ancora le tracce dei nostri antenati dell'età del bronzo.

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La basilica, la più grandiosa chiesa romanica della città, fu iniziata nel 1287 per iniziativa di Pietro da Morrone, il futuro Celestino V, che vi fu incoronato papa nel 1294. Narra la leggenda che, di ritorno da Lione, il frate passò la notte all'Aquila e in sogno la Madonna gli ordinò di erigerle l’attuale basilica. In essa Celestino V istituì la Perdonanza (la remissione della pena per i peccati, legata a particolari condizioni penitenziali), celebrata a l’Aquila nell’annuale festa del 29 agosto.
La magnifica facciata a coronamento orizzontale è la vera sostanza monumentale di tutto l'edificio: la pietra locale di rivestimento bianca e rosa, in un gioco policromo e geometrico, incastona i tre portali con i rispettivi rosoni di raffinata fattura, tutti databili intorno al 1440. L'interno si data alla metà del XIV secolo, quando le originarie cinque navate furono tramutate in tre, allargando e allungando quella centrale. Il terremoto del 1703 danneggiò gravemente la basilica: fu così ingabbiata da pesanti sovrastrutture barocche che nascondevano l'impianto romanico, oggi tornato all'originario aspetto, dopo il restauro del 1972.
Da notare: il pavimento cosmatesco, il mausoleo innalzato a San Pietro Celestino da Girolamo da Vicenza nel 1517 e numerosi affreschi riemersi in seguito ai restauri.

Da visitare perché
Il papa del "gran rifiuto" ha regalato all'Abruzzo la Notre Dame italiana.

SANTA MARIA DI COLLEMAGGIO
Piazzale Collemaggio 5
L'Aquila